
di Pier Paolo Dal Monte
Le singole entità umane sono indistinguibili nella massa perché tutti compiono gli stessi atti, pronunciano le stesse parole, pensano gli stessi pensieri, provano gli stessi sentimenti e sono mossi dalle stesse pulsioni. Non si accorgono della costrizione invisibile che li induce a comportarsi così come ci si aspetta da loro.
L’immagine dell’uomo tipica della società nata dalla rivoluzione industriale, è assai più simile a quella di un esemplare di un gregge che non fa nulla di diverso dai suoi simili, che si muove o sosta all’unisono con essi, sotto lo sguardo vigile del cane pastore, e il cui atteggiamento verso il mondo, sia quello di un ovino nei confronti di un pascolo, per il quale esso rappresenta semplicemente qualcosa da divorare e digerire.
Questo esemplare umano deve essere parimenti docile e indirizzabile, in modo da poter essere facilmente indotto a non bramare null’altro che pascersi in quella sorta di paradiso artificiale, stracolmo di ogni genere di "oggetti del desiderio", che è l’immagine del mondo così come è dipinta dalla moderna propaganda...
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